Festa della libertà: i falò nelle valli valdesi

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Era il 1174 quando un ricco mercante di Lione fece voto di povertà dando vita al movimento Valdese. In questi 850 anni, uno dei luoghi dove molti di loro si rifugiarono dalle persecuzioni e diedero vita a fiorenti comunità furono le tre Valli Valdesi nel torinese. La comunità valdese rappresenta anche per chi non è valdese un punto di riferimento importante per la dimensione comunitaria. Dal 3 febbraio al 14 novembre, i vari eventi celebrativi copriranno l’intero 2024.

Uno di questi è però un evento ricorrente anno dopo anno. Il 17 febbraio 1848 il sovrano del Regno di Sardegna, Carlo Alberto, pubblica le Lettere Patenti che estendono ai valdesi i diritti civili e politici.

L’evento fu segnalato e festeggiato con grandi manifestazioni e con fuochi (falò) di paese in paese e di valle in valle.

Da allora, la festa annuale inizia la notte del 16 febbraio, nella quale le comunità valdesi accendono i falò in vari luoghi delle valli pinerolesi, dando fuoco a grandi cataste preparate con cura nelle settimane precedenti, raccogliendo la legna nelle operazioni di pulizia dei boschi e dei vigneti.

La sera del 16 febbraio, potrai quindi unirti ad una fiaccolata comunitaria fino al luogo di accensione del falò, dove assisterai ai festeggiamenti con preghiere e canti comunitari e distribuzione del tipico vin brûlé. Ti renderai conto di quanto questo sia un momento molto partecipato, aggregativo e comunitario, di carattere non ecclesiastico, ma sociale e civile, a cui partecipa tutta la popolazione.

Nella mattinata del 17 febbraio, potrai partecipare al culto religioso e alla processione con abiti valdesi di una delle numerose comunità presenti nel Pinerolese. Potrai anche assistere ad eventi teatrali e partecipare agli incontri comunitari.

Potrai anche assaggiare la protagonista nelle cucine, ossia la tradizionale “supa barbetta”, pietanza che prende il nome dai “barba” (in lingua piemontese “zio”) e da “barbet”,  parola utilizzata dai valdesi in epoca medievale per indicare i predicatori “barbet” che dalle valli del Piemonte occidentale si recavano a predicare la fede nel resto d’Europa.