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A 20 anni dalla morte dello scrittore; Nuto Revelli. Mostra a cielo aperto nel paese di Bergolo.
«Una grande potenza di vita e di rappresentazione. Una grande opera di poesia. È la storia di tutti, perché tutti nei secoli passati siamo stati contadini».
Dare una voce alla donna della campagna povera e meno povera perché finalmente scriva la sua storia. Questo libro segna un’altra tappa dell’appassionato impegno civile di Nuto Revelli. Sette anni di lavoro, centinaia di testimonianze.
La centralità della figura femminile emerge da questi racconti, spesso trascinanti, che fotografano vicende, generazioni, mondi diversi, e fanno conoscere quale straordinaria varietà di significati possano assumere parole quali lavoro, maternità, matrimonio.
Benvenuto Revelli, detto Nuto (Cuneo, 21 luglio 1919 – Cuneo, 5 febbraio 2004) è stato uno scrittore, ufficiale e partigiano italiano. Ufficiale effettivo degli Alpini durante la seconda guerra mondiale, partecipò alla seconda battaglia difensiva del Don. A partire dal settembre 1943 prese parte alla Resistenza italiana, dapprima con una propria formazione, poi entrando nella Banda Italia Libera delle formazioni Giustizia e Libertà del Cuneese.
Nel 1945 si sposò con Anna Delfino e nel 1947 nacque il figlio Marco, storico e sociologo.
Lasciò l’esercito con il grado di maggiore e divenne commerciante di ferro, ma iniziò a impiegare il proprio tempo libero a ritrovare ex-alpini, ex-partigiani, contadini e a raccoglierne le testimonianze. Si dedicò pertanto alla scrittura, narrando con uno stile scarno e realistico le sue esperienze durante il conflitto mondiale, e continuò il suo impegno politico per sostenere i valori della guerra partigiana e della democrazia.
Nuto Revelli fu uno scrittore e partigiano. I suoi primi libri, tutti pubblicati da Einaudi, trattano della sua esperienza come ufficiale alpino sul fronte russo durante la seconda battaglia difensiva del Don del gennaio 1943 ed il suo successivo passaggio nelle file della Resistenza: Mai tardi, diario di un alpino in Russia, il suo volume autobiografico La guerra dei poveri e L’ultimo fronte, lettere di soldati caduti o dispersi nelle II guerra mondiale.
I suoi due più importanti lavori sono basati su lunghe interviste biografiche con uomini e donne delle vallate cuneesi e rappresentano anche importanti e pionieristici contributi all’affermazione e allo sviluppo della storia orale italiana.
Bruno Murialdo inizia l’attività di fotografo nel 1966 ad Alba nello studio fotografico di Pietro Agnelli, già allievo dei fratelli Alinari. Inizia nel 1970 l’attività di fotoreporter raccontando l’America Latina, l’America Centrale, la Russia e dei paesi dell’est. L’aver vissuto l’infanzia in Cile lo aiuta molto per il forte legame e la padronanza della lingua, collabora con lo scrittore Danilo Manera Jos Mejides a raccontare la vita nella Cuba degli anni ’70 ’80 ’90. Diversi suoi reportage vengono pubblicati su riviste nazionali e internazionali da segnalare le collaborazioni con le riviste “Epoca”, “Famiglia Cristiana”, “Linea d’Ombra”, “Oggi”etc. i quotidiani che hanno pubblicato diversi reportage o storie sono: “La Stampa”, “La Repubblica”, “Corriere della sera” collabora con Sandro Bolchi e la sua attività nella realizzazione di diversi sceneggiati televisivi tra i quali “La Paga del Sabato” di Beppe Fenoglio.
Giorni
29 Giugno 24
28 Settembre 24
Orario
10:00 - 22:00
Informazioni/Da sapere
Adatto a Tutti
Accessibile in sedia a rotelle
Località/Il posto
Indirizzo
Via Roma, 12074 Bergolo CN, Italia
Come arrivare
E’ possibile raggiunger Bergolo da Cortemilia, Levice e Pezzolo. L’evento è raggiungibile a piedi.